La tecnologia cambia l’amore

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La tecnologia ha fatto irruzione anche nell’amore, l’amore quello classico, l’amore descritto nei romanzi e celebrato dalla letteratura. L’amore del grande cinema. Può sembrare riduttivo a dirlo così, ma pare proprio che oggi scrittori, romanzieri e psicologi siano più inclini a fantasticare o pubblicare analisi su come chat, cellulari, mail, social network e siti d’incontri stiano “rovinando” le coppie consolidate, creandone di nuove e così via in un turbine sentimentale che segue il ritmo frenetico del nostro tempo.

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“Le ho mai raccontato del vento del Nord” di Daniel Glattauer (Feltrinelli, 2006)

Dai romanzi ai saggi, addio all’amore di Flaubert e Stendhal

Uno degli apripista, per quanto riguarda i romanzi italiani, è stato nel 2011 Gianfranco Iovino con Cuori nella torment@ (Laura Capone editore) ma solo molti anni dopo rispetto al vero pioniere in tal senso, Daniel Glattauer che nel 2006, con la pubblicazione di Le ho mai raccontato del vento del Nord (edito in Italia da Feltrinelli), ha scalato le classifiche internazionali e ha riscosso un enorme successo anche come radiodramma, opera teatrale e audiolibro. E’ la storia della conoscenza virtuale tra Emmi Rothner, 34 anni, sposa e madre di due figli e lo psicolinguista Leo Leike. L’attesissimo seguito, La settima onda, è stato scritto nel 2009 e quanto a consensi non è stato da meno, garantendo lettori ai successivi In città zero gradi (2011; in Ue, 2013), Per sempre tuo (2012; in Ue, 2014) e Un regalo che non ti aspetti (2014). E con le storie, cambia anche la scrittura: più secca e colloquiale, anche nei romanzi si spinge sempre di più verso i nuovi linguaggi contemporanei, quelli che tutti usiamo, ogni giorno. Luciano Di Gregorio sintetizza perfettamente lo spartiacque tra la letteratura amorosa pre e post Internet con il libro dal titolo allusivo (e significativo) Le connessioni pericolose (Unicopli) che “fa il verso” al capolavoro di Choderlos de Laclos.

Dal cinema alla App che fa la spia

Anche a Casablanca o, senza andare così lontano, a Titanic, dovremo dire addio. E’ Perfetti sconosciuti il genere di film in cui oggi rivediamo noi stessi, le nostre ansie e le nostre esperienze. La nuova commedia di Paolo Genovese con Kasia Smutniak, Marco Giallini, Valerio Mastandrea ha incassato oltre tre milioni di euro solo nel primo week end, registrando un successo clamoroso, secondo solo a Checco Zalone. Non c’è pub o ufficio in cui ancora oggi, a pochi mesi dal debutto nelle sale, non si parli del “macabro gioco della trasparenza”, così semplice ma allo stesso tempo così letale da far venire i brividi. Il cellulare? Per stasera lo mettiamo sul tavolo e ogni messaggio o chiamata verrà “condiviso” con i commensali che poi sono amici, compagni, colleghi. Del resto, cinema e letteratura potrebbero prendere una piega diversa nel contesto in cui una delle App più pubblicizzate del momento è mSpy? Una trovata infernale (o geniale?) che permette di spiare il cellulare della dolce metà attraverso lo smartphone. Telefonate, messaggi, cronologia web, email: si può vedere tutto e senza farsi accorgere. Sarà tutto questo, oltre alle normali difficoltà, che ha spinto Werner Bartens, caporedattore scientifico del quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung, a passare in rassegna diverse ricerche sull’argomento “coppia” per raccogliere una serie di consigli che possono aumentare la probabilità di successo di una vita a due. Li propone nel libro La scienza delle coppie che durano (Feltrinelli): un vademecum per resistere alla prova degli anni e degli ostacoli della contemporaneità.

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Una scena tratta dal film “Perfetti sconosciuti” (2016)

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