2015, la lettura prende fiato

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Sarà ricordato così il 2015, come l’anno positivo per la lettura

Dopo cinque anni in cui 2,4 milioni di lettori di libri cartacei avevano abbandonato questa attività, considerata forse vetusta, l’indagine Istat ha permesso a tutti i giornali di farsi portavoce di questa bella notizia: torna il segno positivo (+1,7%) rispetto all’anno precedente.

Nel 2014 il 41,5% della popolazione diceva di aver letto almeno un libro in dodici mesi e questo valore è salito al 42% con un recupero di circa 412 mila lettori. Qualche dettaglio. Le donne leggono di più (48,6%), gli uomini meno (35%); i giovani (53,9% tra i 15-17enni) superano la media nazionale (42%); si legge di più nelle zone del nord ovest (49,6%) e del nord est (48,8%) rispetto a quelle del sud (28,8%) o delle isole (33,1%) e infine il 56,4% degli abitanti (+6%) del Trentino Alto Adige e il 51,3% di quelli del Friuli Venezia Giulia hanno letto nel 2015 almeno un libro, contro il 25% di quelli della Calabria, il 27,5% di quelli di Campania e Puglia, il 31,1% di quelli della Sicilia.

Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto?

Chi ama l’odore delle pagine stampate, il romanzo sempre in borsa, i pomeriggi in poltrona o la lettura serale al calduccio sotto le coperte, resterà deluso e anche di più. C’è qualcuno che preferisce di gran lunga ammattire sui social network, spulciare tra le foto di nemici-amici e spararsi selfie accalappia-like, piuttosto che sgombrare la mente con un bel libro.

Il 2015 è anche l’anno in cui la parola “selfie” entra ufficialmente nello Zingarelli. Foto: intellectualtakeout.org

E poi c’è la tv, affollata di reality e serie a puntate, ci sono i videogiochi… Insomma le Sirene che ammaliano i naviganti di oggi sono più di due. Eppure l’Istat registra un recupero rincuorante: rispetto al 2014 i lettori occasionali (coloro che leggono un libro ogni quattro mesi) aumentano dell’1,7% e i lettori “via di mezzo” (da 4 a 11 libri l’anno) del 3,1%.

Una certa voglia di retrò

Quello dei giovani lettori che superano la media nazionale è un dato che abbatte molti cliché che, forse troppo banalmente, additano la tecnologia come sciagura della società contemporanea. Del resto la nostra è anche l’epoca in cui la definizione di opera d’arte cambia e arriva a includere forme innovative come il disegno digitale o comunque in cui si sfruttano software raffinati per perseguire obiettivi estetici di tutto rispetto.

E non sono solo i numeri a farci prendere fiato. Lo stile di vita delle persone sta avendo un’inversione di tendenza dal gusto un po’ retrò. In questi ultimi anni sta accadendo qualcosa. Esattamente come nei consumi alimentari si è tornati ad apprezzare i sapori della terra, la filiera corta e la genuinità di un pasto casalingo o, nell’era della musica digitale, il vinile sta vivendo un nuova giovinezza, anche nella lettura riemerge una passione per il libro, soprattutto come oggetto fisico, che va a completare i dati un po’ freddi dell’Istat.

Ispirandosi a quello che avviene negli altri Paesi d’Europa, le biblioteche italiane si modernizzano e si danno da fare per essere considerate centri di studio e di cultura; le città si animano di iniziative per promuovere lettura (si pensi per esempio a Milano con Bookcity, un evento che nel 2015 ha avuto 130mila partecipanti); i libri fanno la loro comparsa nelle caffetterie, nei ristoranti, negli hotel, nei negozi di design e di abbigliamento.

Siete mai saliti su un Bibliobus? Molte città si stanno dotando di queste biblioteche itineranti. Foto: survivemilano.it

Diminuiscono, questo sì, i lettori doc, quelli che leggono più di un libro al mese. Scendono dal 14,3% del 2014 al 13,7% del 2015. Peccato. Ma è possibile che preferiscano semplicemente la leggerezza e la comodità di un e-reader. E poter scegliere è sempre un bene.

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