Colette, storia di una trasgressione

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Un film sulla vita della scrittrice francese

Ci sono personaggi che non tramontano, anzi con il tempo acquistano nuovi significati. Spesso si tratta di scrittori. E’ il caso di Colette, un’autrice “d’epoca”, francese, forse ormai sconosciuta a tanti ma non per questo meno moderna e in un certo senso perfetta per farsi icona del nostro tempo. Non per l’immagine, certo, che sconta inevitabilmente il peso degli anni e il sapore delle foto virate seppia, ma per la tempra, il carattere e il suo pensiero libero. Il coraggio di dichiarare e vivere la sua bisessualità, ad esempio, troverebbe oggi una grande cassa di risonanza nelle piazze dove si rivendicano i diritti delle coppie gay.

Hollywood a caccia di icone

Ma perché parlarne oggi? Perché Hollywood ha annunciato l’uscita di un biopic dedicato a lei. E di conseguenza i romanzi della scrittrice, candidata al Nobel per la letteratura, torneranno a popolare gli scaffali delle librerie, a partire da La chatte (La gatta), uno dei suoi libri più apprezzati, da poco riedito da Skira.
Dopo la seconda nomination all’Oscar ottenuta per The Imitation Game, dovrebbe essere Keira Knightley a vestire i panni di Colette nel film a lei dedicato. A dirigere il progetto Wash Westmoreland, il cui Still Alice ha fruttato alla protagonista Julianne Moore l’Oscar come miglior protagonista. Ma non è la prima liaison tra la scrittrice e il grande schermo: il suo romanzo Gigi, fu messo in pellicola nel 1958 da Vincente Minnelli e vinse ben nove Oscar, tra cui quello per il miglior film. Più recentemente, nel 2009, Stephen Frears ha diretto Michelle Pfeiffer nella versione cinematografica di un altro romanzo di Colette, Chéri.

Colette, l’anticonformista

In verità la definizione di “anticonformista” rischia di essere riduttiva per Colette. Sfrontata, passionale, assetata di vita (e di vino), dannunzianamente edonista (conobbe il nostro poeta-vate nel 1915 a Roma), Colette è stato uno dei personaggi più eclettici del primo Novecento. Ebbe tre mariti e fu più volte al centro di scandali per le sue disinibite relazioni sentimentali e sessuali con alcune personalità della mondanità francese, sia uomini che donne. Impegnata come giornalista, critica cinematografica e attrice di teatro, oltre che scrittrice originale e versatile, fece della trasgressione la cifra stilistica della sua vita. Viene tuttora indicata come un’icona dell’emancipazione femminile ma fu molto critica nei confronti del nascente femminismo e del movimento delle suffragette. Diventò un vero e proprio mito nazionale e fu la prima donna in Francia ad essere celebrata post mortem con funerali di Stato.

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