Giornata della memoria, il pugile che sfidò il nazismo

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La quarta di copertina del nuovo libro di Dario Fo – Foto: chiarelettere

27 gennaio. Giornata della memoria. Nel ’45 veniva liberato il campo di concentramento di Auschwitz dalle truppe dell’Armata Rossa. Come ogni anno, ma in maniera sempre diversa, la commemorazione delle vittime dell’Olocausto non è solo un modo per pensare alla storia e alle dinamiche di cui tutti siamo in qualche modo “figli” ma ci porta a riflettere su quello che sta accadendo nel mondo, da Parigi a Istanbul, una “forma poco idenficata di guerra di tutti contro tutti” come dice Claudio Magris quando presenta il suo Non luogo a procedere (Garzanti), miglior libro del 2015 secondo La Lettura, analisi lucida e documentata del rapporto tra civiltà e guerra, in ogni tempo e in ogni luogo. Ma quest’anno, tra le infinite e importanti pubblicazioni dedicate al genocidio degli Ebrei, spunta un personaggio, sconosciuto ai più, la cui storia, drammatica quanto poetica, ha conquistato Mauro Garofalo che gli dedica Alla fine di ogni cosa (Frassinelli) e rapito completamente il cuore a Dario Fo che ha scritto e illustrato in suo onore Razza di Zingaro (Chiarelettere).

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Immagine della copertina Razza di Zingaro – Foto: chiarelettere

Il pugile che passerà alla storia 

Johann Trollmann, Rukelie per tutti gli amanti della boxe, era un campione di pugilato nella Germania degli anni Trenta. Veloce, dinamico, determinato. Dotato di un sesto senso unico che, portato sul ring insieme a un fisico solido e a tanta intelligenza, era garanzia di successo. Peccato però che Rukelie fosse un sinti e il governo tedesco volesse sul ring esemplari di razza tedesca pura. Non si cercavano campioni, ma uomini-macchina e anche nella boxe trionfava la follia nazista. Razza di Zingaro racconta la crescita di questo ragazzo dal cuore grande in una famiglia povera, le avventure sul ring, le prime tappe del successo, l’amore per la competizione e per una donna disposta a curare i suoi KO, fino alla reclusione in un campo di concentramento dove, come un giullare, faceva divertire i gerarchi nazisti, combattendo per loro. Oltre ad essere un viaggio nella cultura sinti, la vita del giovane Trollmann è un elogio all’arte e alla poesia di cui il pugilato ne è rappresentazione. Per Fo il ragazzo è un vero e proprio artista, “che sembra voglia combattere per raccontare chi era e per dare voce alle ingiustizie subite, a cui cerca di ribellarsi con coraggio, fino alla fine”. E mentre il Nobel si diletta tra poesia e arte, Garofalo traccia una biografia compiuta e originale di questo sportivo sublime che la storia, almeno fino ad ora, aveva lasciato nell’ombra.

Altre letture “per non dimenticare”

La produzione letteraria è ricca e diversificata, come e forse più di ogni anno. Il libro che ha scalato le classifiche inglesi è arrivato in Italia per Nord, Una mattina di ottobre di Virginia Baily e ci porta a Roma sulle tracce di un doloroso ricordo. Poi c’è Il parrucchiere di Auschwitz (Longanesi) di Éric Paradisi che racconta la storia di Maurizio, barbiere del ghetto in una Roma occupata dai nazisti che, deportato ad Auschwitz, riuscirà a sopravvivere proprio grazie alla sua destrezza con forbici e rasoio. Ma non è tutto. Per gli amanti della filosofia si trova la nuova edizione ampliata dei tanto discussi Quaderni neri di Heidegger dal titolo Heidegger e gli ebrei (Bollati Boringhieri) in cui Donatella Di Cesare analizza il rapporto tra antisemitismo e metafisica. La ragazza con la bicicletta rossa (Piemme) di Monica Hesse è un romanzo commovente come Non restare indietro (Feltrinelli) di Carlo Greppi. Per chi ama i libri autobiografici, invece, c’è L’amico ebreo (Ponte alle Grazie) di Gian Piero Bona. E per chi si appassiona alle storie “di ricerca” La sarta di Dachau (Garzanti) è un altro caso editoriale inglese per la cui stesura, l’esordiente Mary Chamberlain, affascinata dalla misteriosa sarta che cucì il vestito da sposa di Eva Braun, ricostruisce la sua vita tra fantasia e documentazione storica.

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